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Cistranese dell’anno 2024

Essere buoni cistranesi: un impegno per il 2025. Cari lettori, il 2024 si è chiuso con una serata che ci ha reso orgogliosi di appartenere a questa comunità: la Festa Grande. Questo evento, ormai una tradizione, ha saputo rinnovarsi, celebrando non solo chi ha ricevuto il titolo di Cistranese dell’anno 2024, ma anche le storie di persone straordinarie che hanno condiviso le loro vite nel segmento dedicato alle vite che ispirano.

 cistranese dell’anno 2024
cistranese dell’anno 2024

Sono state testimonianze di resilienza, successo e impegno, racconti di chi ha superato difficoltà e realizzato sogni. Queste storie ci ricordano che ogni giorno possiamo scegliere di fare la differenza, per noi stessi e per chi ci circonda.

Questi contenuti restano disponibili sui nostri canali social e sul sito di Porta Grande, ma ciò che vi invitiamo a fare è aprire le pagine del nostro giornale.

Questo mese, come ogni mese, abbiamo raccolto e approfondito storie che non troverete altrove. Parliamo di persone, di fatti e di esperienze che meritano di essere conosciute e che, ne siamo certi, sapranno ispirarvi e farvi riflettere.

Essere un buon cistranese non significa soltanto vivere qui. Significa prendersi cura di questa comunità, superando il veleno dell’invidia e dell’individualismo che troppo spesso ci frenano.

Significa collaborare, sostenerci a vicenda e costruire insieme qualcosa di duraturo. Cisternino ha tutte le potenzialità per crescere e diventare un modello, ma questo richiede l’impegno di tutti noi.

Non possiamo limitarci a parlare di accoglienza, solidarietà e comunità. Dobbiamo tradurre queste parole in azioni concrete. Un esempio positivo è stato il presepe realizzato nel centro storico, un progetto che ha unito persone di diverse idee ed esperienze, dimostrando che insieme possiamo creare qualcosa di straordinario. Questo spirito deve guidarci anche nel nuovo anno.

Da quasi vent’anni, Porta Grande è il testimone di tutto ciò che accade a Cisternino. Nonostante le difficoltà legate alla carta stampata, il nostro impegno non è mai venuto meno. Ogni mese cerchiamo di offrirvi un giornale esclusivo, fatto di approfondimenti e storie che valorizzano il nostro territorio e le persone che lo abitano.

Il 2025 sarà un anno di nuove sfide anche per noi. Abbiamo avviato un processo di innovazione, con un maggiore impegno verso la nostra piattaforma digitale e una linea editoriale sempre più focalizzata sulla comunità. Ma nulla di tutto questo sarebbe possibile senza di voi. Il vostro supporto come lettori, collaboratori e sostenitori è il motore che ci spinge a migliorare.

In questo spazio vogliamo augurarvi un anno ricco di soddisfazioni e invitarvi a essere parte attiva del cambiamento. Sostenete chi, con il proprio lavoro e la propria dedizione, può fare qualcosa per tutti. Siate buoni cistranesi, non solo a parole ma nei fatti, superando le barriere dell’individualismo e costruendo insieme una comunità più forte e solidale.

Noi di Porta Grande continueremo a raccontare la vostra storia, con la speranza che il nostro impegno possa contribuire a ispirare ognuno di voi. Il 2025 può essere l’inizio di qualcosa di nuovo, un’opportunità per fare di più e meglio, insieme e ritrovarci a dicembre con la prossima festa a sentirci orgogliosamente cistranesi.

Con affetto e gratitudine, Mario Saponaro

La Commissione del premio “Cistranese dell’anno 2024” ha voluto celebrare il talento di Arianna Soleti, conferendole il prestigioso riconoscimento nella sezione speciale “Giovani”. Prima ballerina al Ballet Academique de Naples, Arianna ha saputo portare lustro alla comunità di Cisternino con la sua brillante carriera artistica. L’abbiamo intervistata per conoscere meglio il suo percorso, le sue emozioni e i suoi obiettivi futuri.

Arianna, come hai accolto la notizia del premio “Giovani” come riconoscimento per la tua carriera di ballerina? Cosa rappresenta per te questo traguardo legato alle tue radici cistranesi?

Sono stata sorpresa, non me lo aspettavo. Per me è stato un onore ricevere questo riconoscimento, soprattutto perché arriva dai miei concittadini, che mi hanno sempre sostenuto sin da quando partii per Milano per frequentare l’Accademia del Teatro alla Scala. Per noi giovani, onorificenze come questa sono importanti perché ci spronano ancora di più ad andare avanti e a raggiungere altri obiettivi.

Raggiungere il ruolo di prima ballerina al Ballet Academique de Naples è un risultato straordinario. Quali sono stati i momenti più significativi del tuo percorso e le sfide più grandi che hai dovuto affrontare?

Il diploma all’Accademia della Scala è stato sicuramente un punto di partenza fondamentale. Poi sono arrivati i primi contratti da professionista e i ruoli più importanti, che hanno segnato il mio cammino. Una delle sfide più grandi è sicuramente la lontananza da casa, il non poter avere una vita stabile. E poi, c’è anche la difficoltà di non farsi influenzare dall’invidia che, purtroppo, è molto diffusa nel nostro ambiente.

Molti giovani guardano a te come un esempio. Qual è il messaggio che vorresti trasmettere a chi sogna di realizzarsi in una carriera artistica?

La forza di volontà è la chiave di tutto. Il consiglio che mi sento di dare è quello di essere mentalmente forti e focalizzati sull’obiettivo, perché le sconfitte saranno tante, ma bisogna mettere tutto se stessi per arrivare dove si vuole. La passione e la dedizione sono indispensabili per superare le difficoltà e continuare a migliorarsi.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri come ballerina e in che modo pensi di mantenere un legame con la comunità di Cisternino, che tanto ti ammira?

Gli obiettivi futuri sono tanti, e giorno dopo giorno cerco di salire uno scalino in più. Ho una lista di ruoli che sogno di interpretare e continuo a lavorare per raggiungerli. Rimango molto legata al mio paese: è la mia casa, il posto dove mi sento più sicura. Oltre alla mia famiglia, ci sono anche gli amici, che ogni volta che torno mi accolgono calorosamente. Spero al più presto di potermi esibire a Cisternino, come segno di gratitudine nei confronti di tutti coloro che mi hanno sostenuto e che continuano a credere in me.

Con il suo talento, impegno e dedizione, Arianna Soleti rappresenta un esempio luminoso per le nuove generazioni. La comunità cistranese si stringe intorno a lei con orgoglio, augurandole un futuro ricco di soddisfazioni personali e professionali.

Cosimina D’Errico è ormai un punto di riferimento per le attività sociali a Cisternino. Grazie alla sua passione, determinazione e visione, ha trasformato la solidarietà in un valore concreto, dando vita a progetti che hanno migliorato la vita di molte persone. Presidente e co-fondatrice dell’associazione Ideando APS, Cosimina è la vincitrice del riconoscimento di “Cistranese dell’anno 2024” per la sezione Solidarietà e Impegno Sociale. Questo premio non celebra solo il suo impegno personale, ma anche il lavoro collettivo di una squadra di operatori e volontari che, sotto la sua guida, hanno saputo ascoltare e rispondere ai bisogni della comunità.

Attraverso questa intervista, Cosimina racconta il percorso che l’ha portata a essere un simbolo di inclusione e solidarietà, i traguardi raggiunti con Ideando nei suoi vent’anni di attività, e i progetti futuri per rendere Cisternino un luogo sempre più accogliente e solidale.

  1. Come vivi il riconoscimento di “Cistranese dell’anno 2024”?
    Questo premio rappresenta una grande soddisfazione, ma non è solo mio: lo accolgo a nome di tutti i volontari e operatori con cui condivido la passione per il sociale. La solidarietà è il motore della vita: senza di essa, per me, nulla avrebbe senso.
  2. Cosa ti ha spinta a dedicarti al sociale?
    Tutto è iniziato nel 1988, quando ho scoperto l’universo educativo di don Bosco e dell’oratorio. È stata una vera rivelazione che mi ha portata a laurearmi in Scienze dell’Educazione e a dedicarmi anima e corpo al Terzo Settore. È la mia missione e continuerò a portarla avanti con determinazione.
  3. Quali sono stati i momenti più significativi nei 20 anni di Ideando?
    Ricordo con emozione il deposito dello Statuto nel 2004. Tra i traguardi più importanti, l’apertura del Laboratorio Urbano Jan-net e del Centro Polifunzionale per stranieri, luoghi simbolo di inclusione e accoglienza. Abbiamo dato spazio ai giovani e ai “diversi”, creando un ambiente inclusivo e aperto a tutti.
  4. Come nasce il progetto “AUT AUT”?
    Con questo progetto, finanziato dal CIISAF, abbiamo aperto le nostre attività ordinarie ai ragazzi con autismo grazie a operatori di prossimità. È un punto di partenza per formare operatori qualificati, sostenere le famiglie e promuovere una cultura che consideri la differenza una risorsa.
  5. Come sviluppare l’animazione nelle contrade?
    Le contrade si sono rivelate straordinarie nel rispondere alle nostre iniziative. Ora vogliamo fare di ogni contrada un presidio educativo, valorizzando immobili e risorse umane con il supporto delle Consulte di Quartiere e dell’Amministrazione Comunale.
  6. Quali sono le difficoltà nel rendere la cultura accessibile?
    Nonostante gli sforzi con la biblioteca comunale, è difficile avvicinare le persone ai libri. Stiamo portando avanti il progetto delle minibiblioteche per portare la cultura nei luoghi di vita delle persone, rendendo la lettura più accessibile.
  7. Quali sono le tue priorità future?
    Intendiamo rafforzare il supporto alle famiglie di ragazzi autistici e creare una rete attorno a loro. Amplieremo il Market solidale e lavoreremo al Forum dei Giovani per dare maggiore voce alle nuove generazioni. Stiamo anche pianificando un progetto per formare operatori di doposcuola e realizzare una miniforesta con i nostri partner.
  8. Quali cambiamenti hai notato nella comunità?
    Il nostro lavoro ha fatto emergere un senso di comunità più forte. Abbiamo visto persone ritrovare fiducia in se stesse e famiglie esprimere gratitudine per il nostro sostegno. Ogni storia è unica, e molte ci hanno emozionato profondamente.
  9. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere ai cittadini?
    La solidarietà è un bene comune che appartiene a tutti noi. Come diceva don Bosco: “Fate del bene, fatene tanto, e non ve ne pentirete mai.” A Cisternino ci sono tante opportunità per contribuire. Basta mettersi in gioco per scoprire quanto bene può generare ogni piccolo gesto.

La Commissione del premio “Cistranese dell’anno 2024” ha voluto riconoscere a Giuseppe Losavio, presidente dell’associazione Urbieterre, il “Premio Sostenibilità” per il suo impegno verso l’ambiente. Tra le sue iniziative più significative, l’ideazione e la realizzazione di una mini-foresta con il metodo Miyawaki, un approccio innovativo che rappresenta un modello virtuoso per la rigenerazione urbana e la lotta al cambiamento climatico.

Abbiamo parlato con Giuseppe Losavio per conoscere meglio il suo progetto e il percorso che lo ha portato a ricevere questo prestigioso riconoscimento.

Come ha accolto il riconoscimento della Commissione?

  • “Ho accolto il premio con stupore, ma con grande soddisfazione. È una gioia sapere che una commissione qualificata ha voluto riconoscere l’impegno personale e quello dell’associazione Urbieterre sul tema della sostenibilità. Questo riconoscimento è per tutti noi uno stimolo a continuare.”

Può spiegarci cosa rappresenta il metodo Miyawaki e come è nato il progetto?

  • “Il metodo Miyawaki è stato scelto per celebrare il decennale della nostra associazione. È un metodo innovativo che prevede la piantumazione di alberi nativi in modo denso e casuale per creare una foresta in tempi ridotti. L’idea è stata suggerita da una nostra componente esperta in tematiche ambientali, l’avvocata Maria Grazia Chianura. Dopo varie analisi, abbiamo deciso che potevamo realizzarlo anche a Cisternino, coinvolgendo associazioni, istituzioni e cittadini. Questo progetto non è solo un contributo per l’ambiente, ma anche un esempio di comunità educante che unisce vari attori sociali.

Quali sono state le tappe principali del progetto?

  • “Il processo è ancora in corso, ma abbiamo già raggiunto tappe fondamentali. Innanzitutto, abbiamo individuato l’area da rigenerare e ottenuto una convenzione con l’Università di Bari (UNIBA), in collaborazione con il Dipartimento di Scienza del Suolo, delle Piante e degli Alimenti, presieduto dal professor Sanesi. Inoltre, siamo riusciti a vincere un bando che ci permetterà di avviare i lavori nella prossima primavera. Questo risultato è stato possibile grazie alla collaborazione tra diverse associazioni, tra cui “Ideando” e “Meteo Valle d’Itria”, e al patrocinio del Comune di Cisternino.”

Che impatto avrà questa mini-foresta sulla comunità?

  • “I benefici saranno tangibili una volta completata la realizzazione. La mini-foresta non solo contribuirà a migliorare la qualità dell’aria e a contrastare il cambiamento climatico, ma rigenererà uno spazio urbano abbandonato, trasformandolo in un luogo di bellezza e valore sociale. Inoltre, grazie a questo progetto, Cisternino potrebbe diventare uno dei comuni più sostenibili in Italia.”

Ci sono altre iniziative in programma per sensibilizzare la cittadinanza?

  • “All’inizio del prossimo anno lanceremo una campagna di sensibilizzazione sulla sostenibilità, che coinvolgerà le scuole e i luoghi di ritrovo. Invitiamo tutti i cittadini a sostenere il progetto in varie forme: partecipando, diffondendo l’iniziativa e, se possibile, offrendo il proprio contributo per realizzarlo.”

Qual è il messaggio che vuole lanciare ai cittadini di Cisternino?

  • “Mi rivolgo agli abitanti con un appello: sosteneteci. Questo progetto è un’opportunità per tutta la comunità. Insieme possiamo trasformare uno spazio abbandonato in un esempio concreto di sostenibilità e collaborazione. È un piccolo passo, ma di grande significato per il nostro futuro e quello delle nuove generazioni.”

Il progetto della mini-foresta di Giuseppe Losavio rappresenta un esempio virtuoso di come l’impegno personale e collettivo possa tradursi in azioni concrete per il bene comune. Il riconoscimento del “Premio Sostenibilità” non è solo un tributo al lavoro svolto, ma anche un incoraggiamento per proseguire sulla strada della sostenibilità e della rigenerazione urbana. Con iniziative come questa, Cisternino può davvero aspirare a diventare un modello di sostenibilità per tutta Italia.

La Commissione del premio “Cistranese dell’Anno 2024” ha assegnato il riconoscimento nella categoria Sport a Gianluca Bennardi, un professionista che ha trasformato il tennis in una realtà accessibile e appassionante per bambini e ragazzi di tutte le età a Cisternino. Abbiamo raccolto le sue impressioni e approfondito il suo percorso con questa intervista.

Come hai reagito alla notizia di essere stato nominato “Cistranese dell’Anno 2024” nella categoria sport? Cosa rappresenta per te questo importante riconoscimento?

“Sorpreso, ma sicuramente onorato e orgoglioso. È un riconoscimento che credo sia giusto condividere con tutte le persone che negli anni si sono avvicinate al tennis credendo fortemente nei valori che trasmette: rispetto, lealtà e solidarietà. Questo premio è un motivo di ulteriore stimolo per continuare a crescere insieme alla comunità sportiva di Cisternino.”

Lo sport viene spesso definito una scuola di vita. Quali valori hai cercato di trasmettere maggiormente ai bambini e ragazzi che hai allenato?

“Il mio obiettivo è far innamorare i ragazzi dello sport, offrendo un’alternativa sana e formativa rispetto al tempo passato davanti a cellulari e computer. Lo sport è una scuola di vita perché insegna a crescere affrontando le difficoltà e trovando soluzioni agli imprevisti. Voglio che ogni ragazzo impari a vivere lo sport come gioco, come sana competizione e come un percorso di crescita personale.”

Come intendi utilizzare questo riconoscimento per rafforzare il tuo ruolo di riferimento nel mondo del tennis a Cisternino e sviluppare nuove iniziative nel 2025?

“Il premio ricevuto è per me un motivo di orgoglio e una spinta a creare nuove iniziative per i ragazzi, ponendo lo sport al centro della loro crescita. Voglio continuare ad accogliere chiunque voglia avvicinarsi al tennis e lavorare per rendere l’attività motoria un porto sicuro per tutti.”

Hai già pensato a progetti specifici per migliorare l’accessibilità e l’inclusione nel tennis a Cisternino?

“Un sogno che spero di realizzare è quello di creare borse di studio per chi vuole iniziare a praticare il tennis e per chi desidera specializzarsi. Lo sport deve essere accessibile a tutti e premiare il merito di chi si impegna con sudore e sacrificio.”

In un paese come Cisternino, con una forte identità culturale, come hai cercato di integrare il tennis nel tessuto sociale?

“Ho sempre creduto che lo sport debba essere parte integrante della comunità. Voglio ringraziare la Consulta dello Sport e Vito Vasta per le tante idee realizzate, come la Giornata dello Sport, che sono state occasioni formative e di aggregazione. Spero di contribuire a creare altri eventi che coinvolgano ancor di più la popolazione.”

Quanto è importante il coinvolgimento delle famiglie nel percorso sportivo dei giovani?

“Fondamentale. Le famiglie sono il pilastro per inculcare, insieme alla guida tecnica, i sani valori dello sport. Adoro vedere i ragazzi che condividono con i genitori momenti di gioco e divertimento: è un modo per rafforzare il legame e far amare ancor di più lo sport.”

Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato nel tuo percorso professionale e come l’hai superata?

“Far comprendere che lo sport non è solo competizione, ma anche crescita personale. Ogni ragazzo deve capire che le sconfitte di oggi possono trasformarsi in vittorie domani. Insegnare questa mentalità è stata una sfida, ma è anche il segreto per formare atleti e persone migliori.”

Guardando al futuro, quali sono i tuoi obiettivi a lungo termine per il tennis a Cisternino?

“Vorrei migliorare le strutture esistenti e aumentare le ore dedicate allo sport per permettere a tanti altri ragazzi di avvicinarsi al tennis. Sono estremamente grato al Circolo Tennis Cisternino, che ha sempre creduto in me, e al direttivo, ai soci, ai corsisti e al mio staff tecnico, che ogni giorno lavorano con passione per far crescere questa realtà. Il mio sogno è che il tennis e lo sport in generale diventino il cuore pulsante della crescita di ogni giovane.”

La Commissione del premio “Cistranese dell’Anno 2024” ha deciso di assegnare il prestigioso riconoscimento a Roberto Marangi per l’estro, la creatività, la passione e l’ingegno che lo contraddistinguono. Le sue installazioni artistiche hanno dato lustro a Cisternino, contribuendo a renderlo una meta attrattiva durante tutto l’anno e favorendo la destagionalizzazione turistica.

La motivazione del premio si è concentrata in particolare sull’allestimento natalizio intitolato “La Stralunata”, un’opera unica che mescola sacro e profano, capace di attrarre turisti da tutto il mondo e di catturare l’attenzione di importanti testate giornalistiche, blogger e digital creator. Non solo la bellezza e l’originalità hanno colpito, ma anche il profondo messaggio che l’opera contiene: “Amatevi LUNE gli altri”.

Con questa installazione, Marangi ha dimostrato ancora una volta che “tutto si può e si deve fare per amore di un paese, di una comunità e della bellezza… quella dell’anima che salva il mondo se ci doniamo, ognuno con i propri talenti”.

Il ricordo di un progetto iconico: “Borgo che dondola”

Tra le sue opere più significative, tutti i cistranesi conservano con affetto il ricordo di “Borgo che dondola”, un progetto in cui Roberto ha installato altalene in diversi spazi del centro storico. L’idea, semplice e geniale, trasformò il borgo in un luogo di gioco e riflessione, unendo la leggerezza del dondolarsi all’incanto degli scorci cittadini.

“Borgo che dondola” non fu solo un’installazione artistica, ma anche un modo per riscoprire il valore della lentezza e della connessione con l’ambiente e le persone. Questo progetto ha attirato visitatori da tutta Italia, contribuendo a valorizzare il centro storico e a far conoscere Cisternino per la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione.

Come ha vissuto il momento del premio?

“È stata una sorpresa incredibile. Sono stato invitato al Teatro Grassi con un’altra scusa e poi mi sono ritrovato sul palco. È stato emozionante, ero un po’ imbarazzato. È una sensazione che non viviamo tutti i giorni, ed è stato bellissimo. Ho pensato che questo premio non fosse solo mio, ma di tutta la comunità che mi supporta e crede in me. È stato un momento di condivisione e grande soddisfazione.”

Qual è l’ispirazione dietro le sue installazioni?

“Non mi piace ripetermi, neanche con le mie stesse opere. Ogni installazione nasce da uno stato d’animo e da un messaggio che voglio trasmettere. Ad esempio, ‘La Stralunata’ rappresenta un invito a non essere sempre frenetici, a riscoprire la bellezza della lentezza e dell’autenticità. Mi sentivo ‘stralunato’ e ho voluto condividere questa sensazione con gli altri, dedicando l’opera a chi, come me, si sente un po’ fuori dagli schemi.”

Cosa significa per lei lavorare a Cisternino?

“Cisternino è la mia terra e mi ispira. Qui gioco in casa, con i miei paesani che condividono il mio spirito. Anche se non mancano critiche, alla fine siamo tutti uniti dall’amore per il nostro paese. Le mie installazioni vogliono valorizzare Cisternino e attirare turisti, mostrando la bellezza e l’unicità della nostra comunità.”

Qual è stato uno degli episodi più significativi della sua carriera?

“Durante il progetto ‘Borgo che dondola’, ho ricevuto una mail dal portaborse del presidente della Regione Sardegna. Inizialmente pensavo fosse uno scherzo, ma era tutto vero. Sono stato invitato a Cagliari per creare un progetto simile. È stata un’esperienza straordinaria che ha portato anche la mia opera a far parte dei Musei Nazionali Aperti.”

Cosa consiglierebbe ai giovani artisti?

“Non arrendetevi mai. All’inizio ho sofferto molto per le critiche, ma con il tempo ho imparato a distinguere quelle costruttive da quelle distruttive. Bisogna credere nel proprio talento e mettersi in gioco. Sto lavorando a un contest per artisti emergenti, perché credo nel loro potenziale e voglio aiutarli a crescere.”

Progetti futuri?

“Ci sono già alcune idee per l’estate e nuovi progetti in cantiere. Ogni volta è una sfida, ma vale sempre la pena provarci. Voglio continuare a creare cultura e bellezza, perché il nostro paese merita di essere vissuto e ammirato in ogni stagione.”

Roberto Marangi rappresenta un esempio di come l’arte possa essere un potente motore di trasformazione e crescita per un’intera comunità. Con progetti come “Borgo che dondola” e “La Stralunata”, ha dimostrato che la passione e la creatività possono rendere un paese piccolo come Cisternino un luogo speciale, da vivere e ricordare.

Antonio Marangi, per tutti affettuosamente Nino, è stato insignito del premio “Cistranese dell’Anno 2024” per la Tradizione e la Valorizzazione del Territorio. Un riconoscimento che celebra la sua instancabile dedizione e passione per la fotografia, che ha saputo trasformare in uno straordinario strumento di promozione del borgo di Cisternino. La sua attività ha raggiunto nuovi traguardi nel 2024: immagini diventate simbolo ufficiale del borgo, una crescita esponenziale sui social media e collaborazioni prestigiose come quella con il Club Nazionale dei Borghi più Belli d’Italia. In questa intervista, Antonio racconta con semplicità e spontaneità il percorso che lo ha portato a questo traguardo, le sue ambizioni per il futuro e il messaggio che desidera trasmettere ai suoi concittadini.

Come hai accolto il premio “Cistranese dell’Anno 2024” per la Tradizione e la Valorizzazione del Territorio? Cosa significa per te questo riconoscimento da parte della comunità?

“L’ho accolto con grande sorpresa, non me lo aspettavo affatto. Certamente è una gioia immensa: significa che tanta dedizione e passione hanno avuto un risultato riconosciuto dalla comunità. Non penso di aver fatto qualcosa di straordinario, ma ho sempre seguito la mia passione con impegno, e questo premio rappresenta una grande soddisfazione.”

Da dove nasce la tua passione per la fotografia e come è cresciuta nel tempo fino a diventare il tuo principale mezzo per raccontare Cisternino?

“La passione per la fotografia è nata tanti anni fa, quando ero bambino. Frequentavo casa di mio nonno, che non era fotografo ma amava immortalare momenti familiari ed eventi locali. Questo ha suscitato in me una curiosità verso le immagini e la tecnologia. Ricordo ancora le sue vecchie radio a valvole, che mi affascinavano con quella luce verde magica che si accendeva. Da lì è iniziato tutto, e con il tempo la mia curiosità mi ha spinto ad approfondire tecniche e strumenti sempre nuovi.”

L’uso del drone e dei social media ha trasformato il modo di promuovere il territorio. Come hai deciso di integrare queste tecnologie nella tua attività e quali vantaggi hai riscontrato?

“Sono una persona curiosa, mi piace scoprire nuove tecniche e strumenti. Il drone è stato un passaggio naturale: mi permette di vedere il mondo da una prospettiva diversa, quasi come tornare bambino e immaginare di volare. Per quanto riguarda i social, inizialmente li usavo in modo occasionale, ma poi ho capito che potevano diventare un mezzo potente per valorizzare il territorio. Ho chiesto consigli a esperti come Antonio Cadei e ho iniziato a lavorare sui contenuti con maggiore attenzione. Questo ha fatto la differenza.”

Passare da 1.900 a oltre 20.000 follower sui social è un risultato straordinario. Quali strategie hai usato per coinvolgere un pubblico così ampio e mantenere il loro interesse?

“Ho imparato a creare post di qualità, curati e coerenti. Rispetto ai contenuti di qualche anno fa, oggi c’è un’attenzione maggiore ai dettagli e al messaggio. Ho cercato di raccontare Cisternino in modo autentico, mettendo in evidenza ciò che rende unico il nostro borgo. Questo ha attirato l’attenzione di molte persone.”

Alcune delle tue immagini sono diventate simbolo di Cisternino, incluse nel calendario ufficiale del Comune. Qual è la fotografia che più ti rappresenta e perché?

“Non ce n’è una in particolare, ma ogni scatto ha un valore unico per me. Amo catturare momenti che raccontano l’anima del borgo, dalla luce del tramonto che si riflette sui vicoli alla vivacità degli eventi locali.”

Come è nata la collaborazione con il Club Nazionale dei Borghi più Belli d’Italia e quali opportunità ha offerto per promuovere Cisternino a livello nazionale?

“La collaborazione è nata grazie al mio impegno sui social, che ha attirato l’attenzione del Club. Mi hanno riconosciuto come Ambassador ufficiale e questo mi ha permesso di rappresentare Cisternino in eventi nazionali, portando la bellezza del nostro borgo a un pubblico più ampio.”

Il tuo lavoro unisce amore per la tradizione e tecnologie moderne. Come riesci a mantenere questo equilibrio e quale parte di questa combinazione ti appassiona di più?

“Cerco di rispettare la tradizione raccontandola con strumenti moderni. Amo l’idea di unire passato e futuro, valorizzando la storia e l’autenticità del nostro territorio con tecnologie all’avanguardia come il drone e i social media.”

Quali riscontri hai ricevuto dai cittadini di Cisternino per il tuo lavoro? C’è stato un episodio o un messaggio che ti ha emozionato particolarmente?

“Sì, proprio di recente un signore al bar si è avvicinato per complimentarsi con me. Mi ha detto: ‘Ti seguo da tanto tempo, sei davvero bravo’. Questo tipo di riscontro mi rende felice e mi sprona a continuare.”

Dopo un anno, così ricco di traguardi, quali sono i tuoi progetti per il 2025? Hai già in mente nuove iniziative per valorizzare ancora di più il borgo?

“Voglio continuare su questa strada, esplorando nuove possibilità per promuovere Cisternino e magari rappresentare altri borghi italiani. L’obiettivo è migliorare sempre, senza mai fermarsi.”

Qual è il messaggio che vorresti lasciare ai cittadini di Cisternino per incoraggiarli a valorizzare il territorio e partecipare attivamente alla sua promozione?

“Non bisogna cullarsi sugli allori. Cisternino è diventato un simbolo del meridione, ma dobbiamo continuare a investire con intelligenza e passione per mantenere viva questa bellezza. Uniti possiamo fare grandi cose.”

La Commissione del premio “Cistranese dell’anno 2024” ha voluto riconoscere a Jessica Alò il prestigioso premio per la sezione Innovazione e Imprenditoria per il suo straordinario contributo alla danza e alla promozione culturale. Direttrice della J-lò Centro Studi Arte e Danza con sedi a Cisternino, Ceglie e Villa Castelli, Jessica è un punto di riferimento nel panorama artistico locale e nazionale. Con 20 anni di esperienza come insegnante e giudice in competizioni internazionali, ha portato il nome di Cisternino su palcoscenici prestigiosi. Creatrice del concorso/stage “Je-Da”, quest’anno ospitato per la prima volta al Teatro Grassi di Cisternino, Jessica ha trasformato la città in un polo culturale di rilievo, collaborando con grandi nomi della danza e promuovendo un format innovativo che richiama l’eccellenza delle capitali della cultura. La sua dedizione, visione imprenditoriale e capacità di innovare fanno di lei un esempio e un orgoglio per la comunità.

1. Cosa hai provato nel ricevere il premio “Cistranese dell’anno 2024” per la categoria Innovazione e Imprenditoria? Quali pensi siano stati i fattori chiave che hanno portato a questo riconoscimento?

Ricevere questo premio è stato per me motivo di grande orgoglio, da vera Cistranese questo è per me un riconoscimento ancora più importante. Tra i fattori chiave di questo risultato non posso non citare i miei ragazzi, in quanto credo che lavorare con i giovani sia il primo passo verso l’innovazione.

2. Trasformare la passione per la danza in un lavoro è un percorso ambizioso. Quali sono state le tappe fondamentali della tua carriera che ti hanno portato a questo successo?

Sicuramente iniziare la mia carriera professionale alla giovane età di sedici anni mi ha dato una forma mentis improntata al lavoro ed al sacrificio, valori che mi hanno consentito di costruire quello che ho oggi.

3. Con sedi a Cisternino, Ceglie e Villa Castelli, il tuo centro è diventato un punto di riferimento per la danza nella zona. Quali strategie hai adottato per creare questa rete e quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

La nostra forza principale è costituita dal passaparola tra i ragazzi ed i loro genitori; la migliore strategia è quella di lavorare al meglio, e abbiamo la fortuna di incontrare l’apprezzamento di tutti i ragazzi, cosa che ci consente di raggiungere un pubblico sempre più ampio.

4. Il concorso/stage “Je-Da” ha rappresentato un momento importante per il panorama culturale di Cisternino. Come è nata l’idea di questo progetto e quali sono le tue ambizioni per le prossime edizioni?

Tutto nasce da una visione condivisa che Teatro, Musica e Danza abbiano una grande valenza educativa e pedagogica. Nasce dalla necessità di avvicinare i bambini ed i ragazzi al mondo artistico, specchio di vita per riscoprire se stessi, e per instaurare relazioni positive di fiducia, ma soprattutto di confronto, tra i ragazzi. Nutro il forte desiderio di portare Cisternino e la nostra comunità al centro del mondo della danza, impegno che intendo rinnovare anche per le prossime edizioni di Je-Da.

5. Hai lavorato con grandi nomi della danza, portando eccellenza a Cisternino. Quali sono le collaborazioni che ti hanno più ispirata e come pensi di svilupparne di nuove per il futuro?

Impossibile non citare, visto che la abbiamo avuta proprio in questa edizione, la Maestra Celentano, da sempre un punto di riferimento per la danza italiana. In passato abbiamo avuto la fortuna di ospitare Kledi Kadiu, Maria Zaffino, Maura Paparo, Steve Lachance, Anbeta Toromani e Josè Perez. Non ci poniamo limiti per le collaborazioni future ma siamo orgogliosi di attirare queste grandi personalità del mondo della danza.

6. Il tuo format richiama le eccellenze delle capitali culturali. Cosa rende il tuo approccio alla danza e alla promozione culturale innovativo e unico nel suo genere?

Credo che esistano pochi eventi di questo calibro improntati alla danza quale forma di espressione e arte. La forte presenza sul territorio e l’investimento su giovani talentuosi che vogliono lanciarsi in questo mondo sono forse parte del successo della nostra iniziativa.

7. Il tuo lavoro ha contribuito a trasformare Cisternino in un centro di rilievo per la danza. Quali sono le sfide che hai affrontato per raggiungere questo risultato e quali obiettivi hai per consolidare questo ruolo?

A volte bisogna impegnarsi anche più del dovuto per emergere nel proprio contesto di provenienza. Ci sono stati dei momenti di difficoltà come in ogni percorso ma la grande resilienza che ci contraddistingue ci ha permesso di superare le avversità ed imporci come un punto di riferimento nella valle d’Itria.

8. Oltre alla tecnica, quali valori cerchi di trasmettere ai tuoi studenti e come vedi la danza come strumento educativo e formativo?

Nel nostro lavoro non mettiamo al centro solo la tecnica dei ballerini ma è cruciale sviluppare la socializzazione e l’inclusione, in modo da favorire l’acquisizione della consapevolezza del proprio corpo e lo sviluppo della creatività.

9. Hai già in mente nuovi progetti o iniziative per il 2025 che possano ampliare ulteriormente l’offerta culturale e artistica del tuo centro?

L’anno che verrà sarà pieno di eventi e sorprese già in corso di sviluppo. Partiremo alla grande con il Maestro Raffaele Paganini che sarà nostro ospite a gennaio.

10. Quale messaggio vuoi lanciare alla comunità di Cisternino, specialmente ai giovani, che aspirano a trasformare le loro passioni in una professione di successo?

Ai giovani dico sempre di lasciarsi ispirare dalle grandi figure professionali del nostro settore ma conservando le proprie caratteristiche che li rendono unici. Solo in questo modo si può far fiorire un talento che sia nuovo ed originale.

Jessica Alò rappresenta una figura emblematica di innovazione e dedizione nel panorama culturale di Cisternino e oltre. Il suo impegno costante per la crescita artistica e sociale della comunità, unito a una visione imprenditoriale lungimirante, la rendono un esempio ispiratore per tutte le generazioni.

La comunità di Cisternino ha recentemente reso omaggio alla memoria di Quirico Angelini, assegnandogli il prestigioso “Premio alla Memoria” nell’ambito del riconoscimento annuale del “Cistranese dell’anno 2024”. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto profondo, ma anche un’eredità di valori e gesti indimenticabili che continuano a ispirare.

Dopo una lunga esperienza di vita in Canada come emigrato, Quirico aveva deciso di tornare alle sue radici cistranesi, affermandosi come uno stimato parrucchiere e una figura di riferimento per la comunità. Con il suo sorriso contagioso, la battuta sempre pronta e una generosità senza riserve, era diventato un simbolo di umanità e dedizione. La Commissione del premio ha voluto sottolineare come Quirico incarnasse i valori più profondi della famiglia e del servizio al prossimo: marito devoto, padre esemplare ed educatore rispettato, ha lasciato un segno indelebile nel cuore di chi lo ha conosciuto.

Ciò che rende il tributo a Quirico ancora più speciale è il gesto altruistico scoperto solo dopo la sua scomparsa: aveva dato il consenso per la donazione dei suoi organi. Questo atto, sorprendente per la sua famiglia e per i suoi amici, è un ulteriore esempio della sua straordinaria dedizione al bene altrui. Grazie a questa decisione, Quirico ha donato speranza e vita a persone in difficoltà, trasformando la sua perdita in un segno tangibile di amore verso il prossimo.

La consegna del premio è stata accompagnata da emozioni intense, testimoniate dalle parole di chi lo ha conosciuto e dagli applausi commossi della comunità. Il “Premio alla Memoria” è più di un riconoscimento simbolico: è un messaggio di speranza e di gratitudine per un uomo che ha saputo vivere e morire con straordinaria generosità.

Nel ricordo di Quirico Angelini, Cisternino trova un esempio da seguire, un modello di vita basato sull’altruismo, l’amore e la dedizione alla comunità. La sua memoria continuerà a vivere, non solo nei cuori dei suoi cari, ma anche nei gesti di coloro che si ispireranno al suo luminoso esempio.

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