Cisternino e territorio

(Cïsterninë in dialetto apulo-bareseCisturnium in latino) è un comune italiano di 11 173 abitanti[1] della provincia di Brindisi in Puglia. Fino al 1927 era parte della Terra di Bari.

Si affaccia sulla Valle d’Itria, nella cosiddetta Murgia dei trulli.

Il territorio del comune di Cisternino fu abitato, fin dal Paleolitico medio-superiore, da nuclei umani provenienti dal nord della penisola o dall’area siculo-africana e che lasciarono, sulle colline dove fissarono i loro accampamenti stagionali, numerose tracce della loro vita, dedita alla caccia e alla raccolta di frutti spontanei e tuberi. Ancora oggi, nella zona di monte Specchia, sui colli di Restano e sulle incolte balze di Serra Amara, si rinvengono utensili preistorici d’ogni genere: punte di zagaglie, lame, raschiatoi e bulini per incidere ossi. Queste comunità umane andarono sempre più infittendosi, fino a raggiungere un numero considerevole di insediamenti nell’Età del bronzo; decine di stazioni di questa età sono state recentemente localizzate in varie zone del territorio e quelle di Maselli, Ibernia piccola, Carperi, monte d’Alessio, monte le Fergole e Figazzano, hanno un’importanza non indifferente per la comprensione della preistoria brindisina.

Il nome Cisternino deriverebbe dall’eroe eponimo Sturnoi, compagno di Diomede, che dopo la Guerra di Troia avrebbe fondato una città vicina che, in seguito, occupata dai Romani, fu chiamata Sturninum, l’attuale Ostuni.

Il nome deriverebbe da “Cis-Sturninum”, al di qua di Sturni, antico centro japigio nei pressi di Ostuni che aveva preso la denominazione da Sturno, compagno dell’eroe omerico Diomede; scampati alla guerra di Troia.

L’abitato sarebbe stato saccheggiato dai Goti e successivamente sarebbe andato in rovina.

L’attuale centro storico di Cisternino sarebbe rinato grazie ai monaci basiliani che nel Medioevo, lo chiamarono Cis-sturnium (al di qua di Sturnium (Ostuni). La prima testimonianza sul Casale di Cisternino è data dalla scoperta, al di sotto della chiesa romanica di San Nicola, dei resti di un piccolo tempio cristiano, edificato realisticamente intorno all’anno 1000. Papa Alessandro III, con una bolla pontificia del 26 febbraio 1180 assegnava questa chiesa ed il Casale di Cisternino al vescovo di Monopoli.

Simboli 

Lo scudo sormontato da una corona è suddiviso a croce di sant’Andrea di rosso e d’oro. Al centro vi è un pastorale d’argento accostato da due rose di rosso sull’oro.

Monumenti e luoghi d’interesse

Centro storico
Santuario della Madonna d’Ibernia (Madonna de Bernis)
  • Centro storico: esempio di “architettura spontanea”, ove si trovano palazzi storici (palazzo del Governatore, palazzo Vescovile, palazzo Amati, palazzo Lagravinese, palazzo Devitofranceschi, torre Capece);
  • Torre di Porta Grande o Normanno-Sveva: di epoca medievale, alta 17 metri, questa torre costituiva l’ingresso principale della città. In alto, sulla sommità, vi è una piccola statua di San Nicola di Bari. È stata sottoposta nei secoli a vari riadattamenti, l’ultimo dei quali nel 1995;
  • Chiesa madre di San Nicola: costruita nel XIV secolo su di un’antica chiesa paleocristiana dei monaci basiliani, presenta al suo interno due opere in pietra viva del XVI secolo, di notevole valore, firmate dallo scultore “Stephanus Abulie Poteniani” (Stefano da Putignano): una Madonna con Bambino, nota come la “Madonna del Cardellino” e un piccolo tabernacolo. All’interno della chiesa è presente un organo a canne Inzoli del 1908, il quale era originariamente collocato in controfacciata su una cantoria. Fu smontato in occasione dei lavori di restauro che riportarono la Chiesa all’originale candore romanico. Nel 1956 Angelo Consoli da Locorotondo svolse un lavoro di modifica e rimontaggio nel cappellone che si apre nel transetto, sulla navata destra. L’organo è stato restaurato nel 2017 da Giovanni Rega e inaugurato il 6 dicembre dello stesso anno[5];
  • Chiesa di Santa Lucia del XVII secolo, situata poco dopo l’ingresso da Porta Piccola;
  • Santuario della Madonna d’Ibernia (Madonna de Bernis): a 3 km dal centro abitato, questo santuario è legato ad una leggenda; sarebbe stata proprio la Vergine, infatti, con una apparizione, ad indicare il luogo esatto dove sarebbe sorto il santuario a lei dedicato. Il terreno attorno è ricco di ceramiche e reperti risalenti ad epoca romana e medievale. Fu ritrovato anche un capitello bizantino ed alcune tombe e questo fa supporre che il santuario sorga sulle rovine di un centro abitato, ruotante attorno ad una chiesa paleocristiana;
  • Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli o Sant’Anna XVIII secolo fuori città in direzione Martina Franca, presso cimitero vecchio;
  • Chiesa di San Cataldo del XVIII secolo, situata in Corso Umberto all’esterno delle mura del centro storico;
  • Chiesa di Cristo, meglio nota come “Chiesa Nuova”, in quanto ultima chiesa edificata (XIX secolo);
  • Masserie: nell’agro di Cisternino sono presenti diverse abitazioni rurali che rappresentano la tipica “masseria pugliese da campo”, tra le quali Masseria Montereale, Villa Cenci, Masseria Devitofranceschi, Masseria Costa e Masseria Montanaro.

Aree naturali

  • Tra i beni ambientali da evidenziare c’è il paesaggio tutto. Il turismo a Cisternino si è sviluppato nell’ultimo ventennio grazie proprio all’unico bene di questo piccolo centro: la natura, il paesaggio, i trulli e l’architettura spontanea del centro storico.
  • Il bosco Monti Comunali; nel territorio comunale vi sono circa 400 ettari di bosco di cui 244.18.33 di proprietà comunale, posti da 250 a 350 m s.l.m. I boschi comunali sono la formazione vegetale più consistente della provincia. Attualmente sono in corso lavori di miglioramento con sostituzione del pino d’Aleppo e del cipresso, con latifoglie autoctone (fragno, rovella, leccio ecc.) che si armonizzano meglio con le essenze presenti, quali carrubo, bagolaro, carpinella, orniello, acero campestre, ecc. I territori comunali rimboschiti sono circa 42 ettari.

La ciclovia dell’acqua

La ciclovia dell’acqua è il secondo percorso ciclabile su acquedotto d’Europa, in particolare è il tratto di acquedotto Pugliese (AQP) realizzato dalla Regione Puglia e AQP Spa, lungo la strada di servizio del canale principale dell’acquedotto tra Locorotondo (BA), attraversando i territori di Cisternino (BR), Ostuni (BR), fino al territorio di Ceglie Messapica (BR), nei pressi della Pineta Ulmo.

È stato recentemente ristrutturato migliorandone la pavimentazione (realizzato in pietrisco pressato), dotato di protezioni, aree di sosta e punti di accesso per un totale di circa 10 km di ciclovia perfettamente percorribile anche con biciclette stradali.

L’itinerario si snoda nella macchia mediterranea, fuori dal traffico, costeggiando masserie, case rurali, trulli e agglomerati cittadini (contrade e frazioni) apprezzando la bellezza della Valle d’Itria lontani dalla frenesia moderna.[6][7][8]Dati tecnici della ciclovia dell’Acqua

  • Lunghezza: 10,885 km (da Figazzano all’incrocio ex SS 581)
  • Quota altimetrica di partenza: 334 m s.l.m.
  • Quota altimetrica di arrivo: 325 m s.l.m.
  • Pendenza massima – strada di servizio: 8%
  • Ponti lungo il canale: 5
  • Lunghezza dei ponti sul canale: 896,93 m
  • Attraversamenti di strade provinciali: 2
  • Comuni interessati: Locorotondo(BA), Cisternino(BR), Ostuni(BR), Ceglie Messapica(BR)[9]

Società

Lingue e dialetti

Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetti pugliesi.

Comunemente chiamato Cistranese, il dialetto della parte centrale delle ultime colline della Murgia pugliese è il risultato della stessa sfumatura culturale del territorio: incrocio naturale tra influenze ioniche/lucane e murgiano/baresi. A poche decine di chilometri a sud si trova il confine con il Salento. La lingua e il dialetto vive e si sviluppa naturalmente in relazione alle attività dei suoi abitanti, degli scambi culturali, sociali ed economici, della storia, della tradizione e della memoria orale popolare.

Nonostante oggi rientri nel territorio della provincia di Brindisi, Cisternino mantiene i suoi legami con la Terra di Bari alla quale era legata prima del 1927, anno di costituzione della nuova circoscrizione provinciale. Questi legami sono evidenti soprattutto nel dialetto, nella cultura, tipica del sud-est barese e non di origini salentine ed anche nello stemma comunale che riporta con colori differenti gli stessi elementi di quello della provincia di Bari.

fonte : https://it.wikipedia.org/wiki/Cisternino